11 marzo 2011

Tutto cominciò in Francia...

Ritornando al tema delle insurrezioni - dal quale ho non poco divagato - vorrei citare qui due poesie di Anna Letitia Barbauld (1743-1825) che trattano entrambe di rivolte antigovernative, e che sono entrambe, in qualche modo, di contesto francese. E' dalla Francia, infatti, che tutto è cominciato: la maggioranza dei moti insurrezionali che hanno rovesciato l'Europa per tutto il corso dell'Ottocento hanno infatti preso ispirazione, diretta o indiretta, dallo spirito libertario promosso, suscitato e divulgato dal pensiero illuminista. Anche il Risorgimento italiano, del resto, si è sviluppato a partire dai principi della rivoluzione francese.
Ma veniamo alle due poesie di Barbauld, un'autrice sulla quale mi soffermerò più a lungo in altre occasioni.
Il titolo della prima, scritta nel 1792, è "To a Great Nation", ed è rivolta proprio alla Francia rivoluzionaria. E' il suo incipit a suscitare particolare interesse: "Alzati, o potente nazione! in tutta la tua forza,/ e spargi intorno la tua terribile vendetta;/ Possa il tuo grande spirito, infine risorto,/ abbattere le orde dei despoti" (ho tradotto in italiano, per quanto il dettato inglese sia molto più vigoroso). 
La seconda poesia si chiama invece "Corsica", ed è dedicata alla ribellione guidata dal patriota Pasquale Paoli (1755). L'incipit è una descrizione dell'isola, costituita da poche parole che però trasmettono con grande significatività sia l'estetica del luogo che l'etica della popolazione: "Salve Corsica generosa! isola indomita!/ Forte della libertà; che tra le onde/ emerge come rocca di diamante, e sfida/ la più selvaggia furia delle tempeste battenti." La conclusione, scritta dopo che la poetessa ebbe notizia del fallimento della rivolta, è a sua volta particolarmente efficace: "E tuttavia resta una libertà, di gran lunga più nobile/ di quella che re o senatori possono togliere o concedere;/ distante dai crudeli artigli del superbo oppressore/ essa sta sicura, intatta, indistruttibile;/ degna degli dei; è la libertà della mente." Direi che questi versi si intonano molto bene anche al nostro tempo.