Castel Sant'Angelo. Foto di Mara Barbuni (2013) |
Le mie passeggiate romane durante
le vacanze di Carnevale (ah, il vantaggio di essere insegnanti!) mi hanno
restituito il ricordo di tante piacevolissime letture legate alla città. Mi è
sembrato di incontrare la Daisy Miller
di Henry James tra i fasti di Piazza Navona; di udire i versi dell’imperatore
Adriano (“Animula vagula blandula…”) sfuggire dalle pietre del suo mausoleo (Memorie di Adriano, Marguerite
Yourcenar); di imbattermi in John Keats e Percy Shelley sulla soglia della loro
casa in Piazza di Spagna; di scorgere Andrea Sperelli (Il piacere, Gabriele D’Annunzio) fra le fronde del parco di Villa
Borghese; di ascoltare le declamazioni di Marco Antonio (Giulio Cesare, Shakespeare) sulle tribune del foro.
La cappella Chigi in Santa Maria del Popolo. Foto di Mara Barbuni |
Un’intera splendida giornata di
sole è stata poi dedicata ad una camminata particolare, ispirata alla lettura
di un best seller che, se di valore letterario non ha quasi nulla, è molto suggestivo
proprio nella rappresentazione dei suoi luoghi. Si tratta di Angeli e demoni, romanzo di Dan Brown. Organizzare
una passeggiata che ripercorra la frenetica corsa di Robert Langdon (che nel
libro tenta di salvare la vita a dei cardinali papabili rapiti proprio alla
vigilia del conclave) porta alla scoperta di veri e propri tesori, che possono
rimanere sconosciuti a chi visiti Roma con l’intento del semplice turista. Se
infatti Piazza San Pietro, il Pantheon e la Fontana dei Quattro Fiumi sono mete
scontate, la contemplazione della Cappella Chigi di Raffaello (un capolavoro di
simbologia) dentro Santa Maria del Popolo e la salita a Castel Sant’Angelo sono
esperienze da non perdere, e che personalmente non avevo avuto l’occasione di
fare nel corso delle mie visite precedenti. L’ascesa dalle grotte di epoca
adrianea alle stanze papali con i solenni affreschi di Raffaello e ancora più
su alla terrazza dell’Angelo di bronzo che rinfodera la spada è un percorso di progressione dalle tenebre alla
luce che lascia senza fiato.
Panorama dalla terrazza di Castel Sant'Angelo. Foto di Mara Barbuni |
Le merlature superiori aprono la vista all’intera
distesa della città contornata dai profili delle azzurre alture distanti, e da
lassù si riconoscono tutti i monumenti più caratteristici dell’Urbe: il
Colosseo, l’Altare della Patria, la cupola del Pantheon, il Quirinale, e infine
i contorni della Cupola di San Pietro. Guardando verso il basso, il Tevere
scorre lento sotto le arcate del ponte sorvegliato dai giganteschi angeli di
pietra del Bernini, e a destra si intravvede il celebre Passetto di Borgo, il camminamento
rialzato che in tante occasioni servì ai pontefici per rifugiarsi in segreto e al
sicuro tra le mura della fortezza (fu utilizzato ad esempio da papa Alessandro VI
Borgia durante l’invasione delle truppe di Carlo VIII nel 1494 e da Clemente
VII all’arrivo dei Lanzichenecchi nel 1527).
La Fontana dei Quattro Fiumi (G.L. Bernini) in Piazza Navona. Foto di Mara Barbuni |
Un libro interessantissimo che,
pur non essendo una guida, potrebbe accompagnare una visita un po’ originale
alla capitale è I segreti del Vaticano
di Corrado Augias. Il giornalista romano è una delle menti più argute e lucide
del nostro tempo, e in questo volume s’inoltra nelle vicende più o meno
edificanti dei protagonisti della storia vaticana. Si spazia dal Novecento del
terrorismo e delle dittature al Duemila di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI;
dalla Sistina di Michelangelo al Colonnato del Bernini; da Nerone all’Opus Dei.
Un capitolo affascinante è dedicato alla storia dei Templari, che tanti
pseudo-documentari televisivi hanno ridotto a una sciocca leggenda di sapore
paranormale e che invece è stata un passo fenomenale e drammatico dell’esistenza
della Chiesa. Assurti a mito, questi guerrieri crociati dalle immense ricchezze
hanno guadagnato un posto di rilievo nella lunga tradizione epica cavalleresca
che da Re Artù è arrivata fino ai nostri giorni (vedi Il Codice Da Vinci dello stesso furbissimo Dan Brown). I misteri
legati agli immensi tesori dei Templari, ai loro riti mistici, alla loro
tragica umiliazione e alla loro morte, ai segreti connessi a una supposta
discendenza di Gesù, al Graal e a tutte le altre moltiplicate leggende che lo
circondano, sono parte non piccola della storia dei papi e della cristianità.
Un saggio veramente interessante per chi fosse affascinato da questo mito è Il Santo Graal. Una catena di misteri lunga
duemila anni di Michael Baigent, Richard Leigh ed Henry Lincoln,
disponibile in una bellissima edizione illustrata (Mondadori). Il volume è
basato su ricerche piuttosto attente che partono dai misteri di
Rennes-le-Chàteau in Provenza (altro luogo suggestivo a questo proposito, dove
si dice approdò Maria Maddalena dopo la morte di Cristo sulla croce; da non
perdere la chiesa di Saintes-Maries-de-la-Mer); ma com’è ovvio credere ai suoi
esiti richiede una qualche sospensione del giudizio…. Perché come scrive lo
stesso Augias, “il fascino romantico di storie come queste sta proprio nelle
ombre di cui sono intessute, in cui nessuna luce potrà mai penetrare”.