8 gennaio 2017

La realtà storica di Downton Abbey

Dopo diversi anni, questo è stato il primo inverno senza Downton Abbey. La sesta e ultima stagione è andata in onda su ITV l’anno scorso e, da irragionevole appassionata della serie quale sono, nel corso degli ultimi mesi ho dovuto attrezzarmi contro la nostalgia, che si sarebbe sicuramente manifestata durante queste vacanze di Natale, procurandomi qualche lettura “di conforto”. Grazie a riserve bibliotecarie online e alle preziose rimanenze di magazzino delle librerie tedesche ho potuto mettere le mani sulle sceneggiature originali delle prime tre stagioni (libri interessantissimi, soprattutto nelle note esplicative di Julian Fellowes, che offrono informazioni storiche, ritratti sociali e curiosi aneddoti sulla produzione della serie TV) e sui due splendidi volumi fotografici Behind the Scenes at Downton Abbey di Emma Rowley e Downton Abbey: A Celebration. The Official Companion to All Six Series di Jessica Fellowes. 
La lettura più recente è stata invece Lady Almina e la vera storia di Downton Abbey di Fiona Carnarvon, l’attuale contessa di Highclere Castle (nello Hampshire, è la residenza che ha “interpretato” in televisione la casa dei Grantham). Il timore che avevo aprendo la prima pagina, cioè che si trattasse di una storia “rosa”, più romanzata che accurata, si è dissipato in fretta. Il libro – che racconta la vita di Lady Almina, figlia illegittima del ricchissimo Alfred de Rothschild, e moglie di George Herbert, quinto conte di Carnarvon – è infatti scritto bene, in uno stile asciutto e concreto. Le vicende della protagonista assomigliano per molti versi a quelle della Lady Cora della serie televisiva, soprattutto nella descrizione della straordinaria opulenza dell’era edoardiana e ancor di più quando scoppia la prima guerra mondiale (e Highclere, come Downton, diventa un convalescenziario di lusso per ufficiali). La sezione dedicata alla Grande Guerra è particolarmente attenta e coerente: una sorta di reportage storico di grande interesse. 


Altrettanto avvincente è la seconda parte del libro, in cui si narrano le avventure del marito di Almina. Solo quando ho visitato Highclere due anni fa ho scoperto della passione del Conte per l’egittologia e del suo epico contributo alla storia dell’archeologia: grazie alle ricchezze della sua famiglia, Lord Carnarvon finanziò gli scavi dello studioso e amico Howard Carter a Tebe e poi nella Valle dei Re, dove i due si misero alla ricerca delle tombe mancanti di due faraoni di cui all’epoca si conosceva ben poco (Amenothep IV e Tutankhamon). Gli scavi durarono cinque anni e prosciugarono a tal punto le finanze del conte che, nell’agosto del 1922, si decise di rinunciarvi e di fare un solo ultimo tentativo. Miracolosamente, nel novembre successivo Carter trovò una tomba sconosciuta, la cui apertura rivelò un ricchissimo corredo funebre, ancora posizionato esattamente come millenni prima. Nei mesi che seguirono, la continuazione degli scavi dentro la tomba portò alla scoperta del sarcofago di Tutankhamon: Lord Carnavon, però, non vi poté assistere, perché morì al Cairo di erisipela (in seguito all’infezione di una puntura di una zanzara) nell’aprile del 1923.

Un post sulla serie televisiva: «I Crawley e gli altri: il conflitto etnico e sociale a Downton Abbey»
Qualche immagine della Highclere prima della serie tv si può vedere qui